Land Art al Furlo 2015 | 11/09/2015 15:09 | Ufficio Stampa
Intervista a Maria Gloria Sirabella che nella VI edizione di LAND ART AL FURLO ci invita a ricercare la nostra vera identità e a rinascere a vita nuova.
Tre parole per definire il tuo lavoro.
Sirabella: Migrante, identità negate che non appartengono solo ai clandestini, ma a tutte le persone fuori dai ranghi, alle quali non è riconosciuta un’identità. Noi pensiamo sempre e solo a soddisfare i bisogni materiali ma non a quello di profondo che è insito in ogni essere umano. Osservo tutti i migranti che arrivano in questo periodo: persone che vengono poi distribuite nei vari campi di accoglienza o inviate ad altri paesi… ma nessuno si chiede chi siano, cosa facevano, la loro storia, la loro identità. La mia ricerca artistica nasce dall’esigenza di dare forma alla negazione umana.
Perché hai scelto di essere presente a questa VI edizione di Land Art e cosa rappresenta questo appuntamento per la tua ricerca artistica.
Sirabella: Le mie opere sono migranti, non si fermano in nessuna galleria, in nessun ambiente; sostano temporaneamente solo per essere fotografate, in mezzo alla gente, nel quotidiano. Qui, in questa VI edizione di Land Art, il mio intento era inizialmente dare radici alle mie clandestine; poi, invece, è accaduto che le ho fatte rinascere da questi bozzoli. Questo è un luogo dove si può rinascere, anche artisticamente.
Tre parole per il futuro.
Sirabella: Il futuro è ora e adesso, qui in questo momento.
Per maggiori informazioni sull’opera di Maria Gloria Sirabella alla VI Land Art e biografia: CLICCA QUI
Intervista: Roberta Melasecca
Riprese video e montaggio: Lidia Cheresharova
Land Art al Furlo 2015 | 11/09/2015 15:09 | Ufficio Stampa
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