Land Art al Furlo 2017 | 24/07/2017 16:07 | Ufficio Stampa
LAND ART AL FURLO VIII EDIZIONE: Antonio Carbone
Sisifo
L’opera prende spunto all’omonimo mito greco. Una prima sua rappresentazione, in bassorilievo su marmo, la ritroviamo (VI secolo a.C.) nel santuario di Hera al Sele, attualmente conservata nel museo archeologico di Paestrum, con alle spalle un demone alato per rendere più dura la sua punizione. Nell’Odissea (XI 593 ess ) Sisifo è tormentato nell’Ade e costretto a portare un pesante macigno in cima al monte che raggiunta la vetta ricade a valle. Franz von Stuk nel 1920 ci offre di questo mito una interpretazione plastica e ciclopica in un dipinto su tela. L’opera proposta è costituita da un totem formato da una colonna di libri, giornali, materiali cartacei deperibili alle intemperie, impilati in un asta di acciaio alta 250 cm. Verticale, installata su una piattaforma di cemento interrata, ricoperta da una lastra di piombo che riporta segni grafici alfanumerici. In cima alla colonna è collocata una grossa pietra, anch’essa impilata nell’asse e quindi scorrevole verticalmente. Con il trascorrere del tempo, l’azione di erosione dell’acqua, del vento, delle varie avversità atmosferiche ed anche dell’azione umana consumano e riducono la colonna di carta fino a dissolversi, e quindi la pietra si abbassa sempre più, ricadendo alla base, al punto zero. Il totem azzerato può essere ricomposto con nuovi libri, nuove carte, scritture, creando così una creatività perenne, che scorre in una infinita successione ciclica. L’opera, così, intende interpretare l’alternarsi infinito delle civiltà, del sapere, delle culture, dei cicli della natura. Il saxum è anch’esso una metafora della pesantezza dell’esistenza e delle resistenze che l’umanità deve superare e rimuovere per proiettarsi nel futuro. Un futuro che, diventato presente, sarà di nuovo sostituito da un nuovo sapere. Il filosofo francese Albert Camus, negando un qualsivoglia significato trascendente alla vita, nel suo saggio Il mito di Sisifo. Saggio sull’assurdo del 1942, lo intende come espressione della “sopportazione“ dell’uomo della propria esistenza nel mondo, sopportazione che consente la libertà. Perché Sisifo nella consapevolezza dei propri limiti e fatiche assume su di sé il proprio destino e lotta per la sua libertà dal bisogno. In una fase di tumultuosa transizione, in tutti i campi, come quella che stiamo vivendo, il mito di Sisifo appare attuale e profetico.
Antonio Carbone
Antonio Carbone, nato a Tricarico (Matera), si laurea a Perugia in Scienze naturali. L’impegno artistico è una costante della sua vita. Nella pittura spazia tra linguaggi differenti ed innovativi. La sua arte iniziale si ispira al realismo meridionalista di Levi, Guerricchio e Treccani, che frequenta. Poi evolve verso l’espressionismo astratto, l’arte concettuale, la poesia visiva. Nella chiave dell’astrattismo puro, unica coordinata reale per Antonio Carbone, è lo spazio: uno spazio mentale, inteso nella sua dimensione concettuale e teorica che supera la tridimensionalità oggettuale per costruire una spazialità ideale. (Roberta Pagani). L’attuale ricerca si concentra sul segno, la scrittura e gli alfabeti, in tutte le loro forme di espressione, in una trasmutazione di significati e significanti che portano, come nel caso “delle Tabulae e delle Trans-Scritture” a composizioni di equilibrio estetico ed artistico. Carbone procede da composizioni con segni elementari verso immagini sempre più complesse realizzando, su carta e su collage, scritture criptiche dal valore simbolico come ricerca di moderni linguaggi espressivi, anche sotto forma di pittogrammi, ispirandosi alle forme di scrittura araba, ebraica, greco antico, cuneiforme e sumero- accadiche. E’ una ricerca lenta, costante di una sorta di “ipertesto”delle scritture antiche che travalica il significato contingente e prosaico ….Una sorta di antropologia artistica in cui i requisiti principali di indagine sono la sensibilità dell’artista,l’allenata capacità introspettiva e il suo senso estatico. (Laura Turco Liveri). La sua ricerca spazia anche nello sviluppo di una indagine sul rapporto tra segno artistico e rappresentazione delle mappe. Sono queste opere realizzate manipolando atlanti e vecchie carte geografiche, espressione del rapido e a volte tumultuoso mutare dei paesaggi e della loro rappresentazione in rapporto alla presenza antropica sulla terra. Contemporaneamente, Carbone realizza anche lavori calcografici, utilizzando materiali diversi: lastre di piombo, di zinco e di plexiglas e sculture in piombo e cera. Carbone è membro del Gruppo di artisti del DNA- Maratea Contemporanea, ove nel 2015 ha presentato la mostra personale “MUTAZIONI”; è inoltre socio di ARTE FUORI CENTRO, associazione di artisti con sede in Roma. Ha esposto in personali e collettive in Italia ed in Europa. Ha esposto altresì a Bruxelles, nella sede della CES, “L’arte nel lavoro” e all’Accademia di S. Renegunda (Salisburgo- Austria). Hanno scritto su Antonio Carbone: Roberta Pagani, Corinna Carbone, Pasquale Persico, Giorgio Di Genova, Amerigo Restucci, Roberto Maria Siena, Laura Turco Liveri. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
LAND ART AL FURLO VIII EDIZIONE
SAXUM
Vernissage: 26 Agosto ore 16.00
Dal 26 agosto al 24 settembre 2016. Tutti i giorni 10/19 ingresso libero
Via Sant’Anna del Furlo 39 – 61034 Fossombrone PU
Casa Degli Artisti – Residenza Creativa
Sant’Anna del Furlo, 39 – 61034 – Fossombrone (PU)
Andreina De Tomassi: 342 3738966 casartisti@gmail.com www.landartalfurlo.it
PRESS OFFICE
Roberta Melasecca Architect/Editor/Pr
roberta.melasecca@gmail.com 349.4945612
Land Art al Furlo 2017 | 24/07/2017 16:07 | Ufficio Stampa
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